Intervista a Alfio Giuffrida

Caro Alfio, abbiamo visto, dai vari siti in cui si vendono libri, che sei autore di numerosi romanzi. Potresti raccontarci qualcosa di te come autore.

Presentazione e biografia di Alfio Giuffrida

alfio giuffridaSono nato in provincia di Catania nel 1949. Entrato a far parte del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica, mi sono occupato principalmente di climatologia, materia che ho anche insegnato all’università Roma3. Ho partecipato a numerosi convegni in Italia e all’estero presentando miei articoli sui cambiamenti climatici. Assieme al collega Girolamo Sansosti, ho scritto un libro scientifico divulgativo: “Manuale di Meteorologia” (edizioni Gremese, 2006) che ha avuto un grande successo in Italia e, nel 2008, è stato tradotto in francese, ottenendo un discreto successo anche in Francia. In pensione dal 2009, mi sono dedicato alla letteratura.
Inizialmente mi sono impegnato a scrivere un secondo libro scientifico divulgativo sul clima e l’ambiente, tuttavia, essendo ormai privo degli aggiornamenti tecnici di cui disponevo in servizio, nonché fuori dalla frequentazione del mondo accademico e quello delle conferenze, ho ritenuto opportuno desistere dal completare l’opera, lasciando spazio ai colleghi più giovani.
In seguito ho pubblicato un ebook (“Il clima e l’ambiente”), solamente divulgativo, che attualmente è in catalogo sul sito Amazon. (Lo trovate su http://t.co/L1oZOWLK ).
Mi sono quindi dedicato a tempo pieno alla narrativa, ideando uno stile che si rifacesse al settore scientifico, in modo che rappresentasse una novità.
Volevo realizzare un “romanzo scientifico” ovvero l’unione di una storia avvincente e di nozioni di meteorologia. Il libro doveva inoltre dare la possibilità al lettore di interagire con l’autore o con esperti in materia in modo da approfondire gli argomenti trattati.
L’idea della interazione con il lettore scaturiva dalle numerose email che ho ricevuto dopo la pubblicazione del “Manuale di Meteorologia”, nelle quali mi si chiedeva se il Diluvio universale, di cui si fa cenno, fosse un evento meteorologico effettivamente avvenuto, di cui si hanno prove documentate, oppure fosse solamente una leggenda biblica.

Il primo romanzo: “L’anno del Niño” (Edizioni Aracne, 2010) racconta una bellissima storia avventurosa e contiene anche grafici e tabelle per spiegare scientificamente il fenomeno del Niño. Ha venduto un centinaio di copie, soprattutto tra i miei ex colleghi ma, per chi non è addentro alla materia, la parte scientifica risulta un po’ impegnativa. Il secondo libro: “Deserto Verde” (Ediz. Aracne, 2011), è solo un romanzo, con molti riferimenti alla meteorologia.
Il mio stile di scrittura è stato notato dall’editore Andrea Iacometti (allora Direttore Commerciale di ARMANDO EDITORE) e dai nostri colloqui è nato il “Verismo Interattivo”, ovvero un nuovo genere letterario che è stato ufficializzato tramite un’intervista (pubblicata sul numero 32-33 – Luglio – Dicembre 2012 del periodico “Terza Pagina”). Verismo perché il romanzo, pur se inventato, deve fare riferimento a dei fatti ‘veri’, come era avvenuto con il famoso movimento del secolo scorso. Interattivo perché il testo deve contenere degli argomenti culturali o di attualità che destino interesse (come il riferimento alla Maddalena nel “Codice da Vinci”) e possano essere discussi interattivamente sui vari social.
Nel 2012 sono stati pubblicati due miei romanzi: “Chicco e il cane” (Ediz. Sovera 2012), una commovente storia di un cane che aiuta un bambino disabile e “Quella notte al Giglio” (Ediz. Sovera 2012), ispirato alla tragedia della nave da crociera “Costa Concordia”.
Nel 2014 è uscito “La danza dello sciamano” (Ediz. Booksprint, revisione di ‘Deserto Verde’). Il libro ha avuto un discreto successo, coronato da un’intervista pubblicata su alcuni canali televisivi e ancora visibile su “YouTube” (vedi https://www.youtube.com/watch?v=Tvw9TRCOfGU&t=68s ).
Da allora ho cercato di perfezionare il mio stile, confrontandomi con altri scrittori, per renderlo appetibile al grande pubblico. Il successivo romanzo è infatti uscito alcuni anni dopo: “Odore di sujo.” (Ediz. Il seme bianco, 2019), un thriller che è anche una denuncia sulla tendenza di alcuni politici ad essere collusi con ambienti malavitosi. La scrittura di quest’ultima opera è stata molto impegnativa, tuttavia mi ha fornito una grande esperienza e la possibilità di realizzare le prossime opere in modo autonomo, usando delle tecniche di scrittura di tipo professionale. Anche Odore di sujo è stato oggetto di alcune interviste, visibili su “YouTube”.
Invogliato dai nuovi amici “scrittori emergenti”, nel 2021 ho pubblicato il mio ultimo libro “Julienne” in esclusiva su Amazon, ottenendo un lusinghiero successo.

Come si intitola il tuo libro che ha avuto più successo finora e cosa ti ha spinto a scriverlo?

Sicuramente “Julienne”. Non tanto perché è l’ultimo pubblicato, quanto perché in esso sono concentrate tutte le esperienze che ho acquisito in lunghi anni di studio.
Julienne è soprattutto un romanzo, un thriller di azione, di amore e di avventura e, come tale, è carico di suspense dall’inizio fino alla fine. È scritto in modo scorrevole per cui, se non si ha interesse ad approfondire i conflitti psicologici accennati, è solo accattivante e rilassante da leggere.
I consensi sono stati molti e continuano ad arrivare. Riporto giusto qualche brano delle tante recensioni, tratte dal sito Amazon: “La storia è descritta egregiamente, ti fa vivere ogni istante come se tu fossi presente. Devo ammettere che ho letto molti libri su questi argomenti ma questo ti fa immergere nella propria storia, facendoti dimenticare la tua realtà e facendoti vivere la vita di altre persone che si incrociano nel libro”. Oppure “L’opera, ricca di contenuti e spunti di riflessione, crea un intero mondo nel quale immergersi, immaginare e sognare”.
Il libro ha uno scopo. In estrema sintesi: Florinne è figlia di Julienne, ma è stata adottata da Lara. Qual è per lei la vera madre? Il romanzo è lo spunto per fare la differenza tra chi è diventata mamma quasi per caso e chi lo è stata per amore, come frutto di un desiderio profondo.
L’argomento trattato è molto delicato, per cui ho chiesto l’aiuto di uno psicologo. Seguendo i suoi consigli ho inserito nel testo delle frasi per analizzare cosa accade nella psiche di una persona quando da donna si trasforma in madre.
L’elemento che mi ha ispirato sono i continui fatti di cronaca che vedono bambini maltrattati, madri disattente, che a volte interrompono una gravidanza per soddisfare i propri interessi, padri che sfogano sui figli le loro insoddisfazioni, genitori che a volte uccidono i propri figli. Tutto ciò è disumano. Un figlio è il frutto della nostra vita, deve essere amato già prima di metterlo al mondo e, se proprio è stano concepito per errore, allora meglio darlo in adozione. Spesso una madre adottiva può essere meglio di una madre naturale.
Il libro lancia un input sulle adozioni, ancora troppo difficili da ottenere. Come ha detto il noto giornalista RAI Gianni Maritati nel corso di una intervista, “Julienne è un libro che, dopo che lo hai letto, non sei più la stessa persona!” (https://www.youtube.com/watch?v=7L0QmDCiQXY&t=608s ). Ciò per confermare che gli argomenti trattati sono molto interessanti e spingono il lettore a fare dei ragionamenti che aprono, nella propria mente, scenari diversi da come li avevamo immaginati prima. Naturalmente in tutta la discussione sono stato ben attento a non proporre alcuna soluzione al problema affrontato. Peccherei di arroganza nel dire di aver trovato risposta a un conflitto che l’uomo si è posto per millenni.
L’argomento trattato non è solo la maternità. Si parla molto della povertà e dell’arretratezza di alcuni popoli, costretti a emigrare per vivere. Della schiavitù, senza tuttavia il solito sermone (pur se vero) sulla cattiveria dei padroni. Al riguardo ho scritto una frase su cui sarebbe bene riflettere: ‘è solo la cultura che può togliere una persona dalla schiavitù’. Inoltre vengono ricordati alcuni fatti o personaggi veri, come la tragedia al G7 di Genova del 2001 o il diplomatico Porfirio Rubirosa che, negli anni cinquanta, era sempre protagonista della cronaca rosa in tutto il mondo. Il libro si trova sul sito https://www.amazon.it/s?k=alfio+giuffrida in formato ebook e cartaceo.

Qual è il rapporto con i tuoi lettori?

Intenso e collaborativo! Come ho detto prima, i miei romanzi fanno parte della nuova corrente letteraria “Verismo Interattivo”, per cui i lettori sono invitati a sfruttare gli argomenti inseriti nel testo per intavolare delle discussioni sui vari social, dove possono approfondirli con dei commenti e diventarne protagonisti. Ad esempio qualche tempo fa, sul social “Linkedin”, nel gruppo “Editoria italiana”, un mio post sulle agenzie letterarie e la oro utilità ha avuto oltre duecento commenti. Analogamente sul “Forum” del mio sito “Alfiogiuffrida.com” il post sul Verismo ha avuto oltre tremila commenti. Purtroppo, da un paio di anni il sito non funziona bene ed è in sola lettura.
Il mio nuovo sito https://alfiogiuffrida.wordpress.com/ è già in piena attività come “laboratorio letterario” per chiunque voglia discutere di libri, del modo di scriverli, del loro contenuto e altro.
Ad esempio è descritto il metodo che uso io per comporre un romanzo.
1 – Inizio scrivendo il file DESK, dove fisso gli argomenti che voglio sottoporre al lettore e invento la storia in cui inserirli.
2 – Segue il file NOTE dove accumulo tutti gli appunti e le informazioni documentate sulla storia vera e i temi trattati.
3 – Passo poi alla FABULA, dove scrivo tutta la storia in ordine cronologico, per come è avvenuta o l’ho immaginata. Una specie di diario su ciò di cui voglio parlare.
4 – Dalla Fabula, si passa alla TRAMA, mediante un intreccio, che rende il romanzo più avvincente. In questa fase imposto i vari capitoli, usando dei flashback all’inizio di ciascuno di essi e qualche climax, per accelerare la scena e anticipare qualcosa che poi viene interrotto bruscamente (cliffhanger). Per fare un esempio è come passare da un noioso documentario a un film intrigante.
5 – Infine inizio a scrivere il TESTO, che amplifica sempre di più la prima bozza che ho scritto nella Trama, la quale può sempre essere aggiornata con cambiamenti anche sostanziali.
Troppo complicato? Provateci, dopo un po’ vedrete che semplifica la scrittura, rendendola chiara e scorrevole. Se volete possiamo sempre discuterne nella mia pagina facebook ( https://www.facebook.com/profile.php?id=100066349101514 ).

Come hai deciso di scrivere e pubblicare il tuo primo libro?

Era il 1976, quando fui assegnato al turno “previsori” del Servizio Meteorologico, in una sala operativa, attiva 24 ore su 24. Nel pomeriggio veniva il Colonnello Bernacca, che allora era uno dei volti più noti della televisione, per visionare le carte meteorologiche con cui stilare le previsioni che la sera presentava in TV, nella rubrica “Il tempo in Italia”. Lo ricordate? Lui era molto cordiale, spesso portava un vassoio di pasticcini per rendere più piacevoli le discussioni che facevamo, oltre che sul tempo, anche su questioni di attualità. A me, che amavo i rapporti umani e piaceva fare il giornalista, raccomandò di essere un divulgatore della meteorologia perché “è la più bella materia che esiste”. Lui era un appassionato ed anche io lo sono, ecco perché il mio primo romanzo voleva essere un nuovo genere in cui la scienza si mescolasse alla narrativa. Forse nel “L’anno del Niño” ho esagerato, comunque in tutti i miei romanzi c’è sempre un accenno alla materia che ci ha unito.
A parte questo, il motivo che mi ha spinto ad entrare nel mondo della narrativa è la volontà di interloquire con la gente, di destare la curiosità e approfondire un problema sul quale il lettore non ha ancora prestato la dovuta attenzione. Gli argomenti trattati nei miei libri sono molti, dalla religione alle abitudini sociali di popoli diversi. Dalla schiavitù alla disonestà dei politici, dal telelavoro ai rapporti affettivi all’interno della famiglia. Un argomento ripetuto e quello sui diritti sociali e sulle donne. Infine uno dei libri è dedicato allo sciamanesimo.

Nuovi progetti per il futuro?

Si. Da quando mi sono dedicato alla narrativa, ho cercato di costruire un mio stile personale, che il lettore possa individuare dalle prime righe. Recentemente ho seguito un corso di scrittura creativa in cui si proponeva, come esercizio, di riscrivere l’incipit del libro “Il vecchio e il mare”. Rileggendo il capolavoro di Hemingway, ho visto che potevo farne una rivisitazione, adattandola al mio stile. Ho quindi cominciato a scrivere seguendo il metodo descritto nella risposta alla seconda domanda.
I primi 5 capitoli costituiscono l’introduzione alla storia che voglio raccontare. Gli argomenti non fanno parte del libro di Hemingway. Essi costituiscono l’adattamento del romanzo ai principi del Verismo Interattivo.
Come negli altri miei libri si parla della caducità della vita e dell’ipocrisia che governa il mondo, cui si contrappone la speranza che ci dà la forza di vivere. Del ‘padre padrone’ e dei diritti della donna. Del sessantotto e dei suoi postumi. Della falsità della guerra, armata dai potenti e combattuta da chi non sa neanche chi è il suo nemico. Della solitudine, che fa paura, forse più della morte.
I capitoli dal 6 al 9 sono descrittivi del legame tra il vecchio e il mare, della nobiltà dei pesci e, in generale, degli animali, che rispettano la natura più delle persone. Gli argomenti sono tratti dal libro “Il vecchio e il mare”.
I capitoli 10 e 11 espongono le emozioni che Ramon ha vissuto assieme al suo “fratello marlin”, il nobile animale che pescava con Pilar e che per lui era diventato l’unica ‘vera pesca’, lo scopo della sua vita. Una avventura che gli dà modo di riscattare la sua ragazza dalla viltà del galano, che l’aveva attaccata non per fame, ma per cattiveria, attribuendo al mondo degli animali le stesse malvagità di quello degli uomini.
Nelle ultime righe sono racchiusi i vizi e virtù dell’uomo. Il commerciante tentato di sfruttare per interesse la disavventura dell’amico, che tuttavia si ravvede, mostrando che, in fondo, anche tra le persone esiste la lealtà.
Il libro sarà un nuovo “romanzo breve”, diverso da quello di Hemingway nello stile e nel contenuto ma, spero, ugualmente coinvolgente. Aspetto ancora le ultime risposte delle persone che mi hanno aiutato nelle riletture e poi lo pubblicherò su Amazon in formato sia cartaceo che digitale.

Pensi che i tuoi libri siano adatti per trarne dei film?

In molti mi hanno detto che i miei libri sono adatti a trarne dei film per via degli ambienti descritti, delle azioni mozzafiato, dei paesaggi in cui sono ambientati.
Riporto qualche brano delle recensioni scritte per “Julienne” o “Odore di sujo”.
“In questo romanzo, già dalle prime pagine mi sono visto catapultato in un film, di quelli che da sempre mi tengono incollato allo schermo senza distogliere mai l’attenzione.” Oppure: “La cosa che mi è piaciuta di più è il modo in cui l’autore descrive i luoghi dove si svolgono le scene. Sembra che lui ci sia stato in tutte le città che descrive e le fa vivere al lettore come se si trovasse coinvolto nel racconto. Sono stato a Rotterdam all’Hotel New York e leggendo Odore di sujo è come se mi trovassi di nuovo in quell’atmosfera caotica che si vive nella grande hall. Il lunghissimo tavolo del bar esiste davvero, la scaletta verso il piano superiore non lo so, ma forse c’è anche quella”. In effetti le scene principali dei miei libri si riferiscono sempre a luoghi e paesaggi che ho visitato personalmente, in modo da rendere più veritiere le locations che descrivo. Altre volte invento azioni rapide ed eccezionali, senza tuttavia invadere il mondo della fantascienza, con l’intento di tenere il lettore con il fiato sospeso, di fargli sussurrare tra sé: “Ma no, non è possibile! O forse sì?”. In uno dei social che seguo, ho posto la seguente domanda: “È meglio leggere un libro o vederne il film?” Secondo me un libro e un film lasciano impressioni diverse: il primo è interessante per i suoi ragionamenti culturali, il secondo colpisce con le sue immagini spettacolari. Nei miei libri cerco di proporre argomenti sociali, adatti alle riflessioni e, al tempo stesso, scene di azione, descritte con dovizia di particolari in modo che il lettore faccia poca fatica a vedersi in mezzo ai protagonisti e vivere assieme a loro la storia che propongo. Sono riuscito in questo mio proposito? Leggendo le recensioni che ho riportato sembra di sì.

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redazione Libriz
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