Intervista a Roberto Tartaglia

Con questa intervista cerchiamo di capire chi è lo scrittore Roberto Tartaglia, ponendo alcune domande mirate che ci permettono conoscere meglio la sua proposta editoriale.

Presentazione: biografia e chi è l’autore?

Roberto Tartaglia, classe 1977, da sempre appassionato di scrittura e narrazione. Ricordo che già alle scuole elementari mi divertivo a raccontare storie e i miei primi testi li ho buttati già alle scuole medie. Mi piace scrivere e raccontare, di tutto. Scrivere è la mia passione e mi tiene sempre impegnato, anche perché la noia mi uccide.
Ho iniziato a fare le cose sul serio, però, solo nel 2007, quando è stato pubblicato un mio racconto in occasione della Giornata Mondiale Unesco del Libro e del Diritto d’Autore. Sono arrivato alla premiazione e mi sono trovato al cospetto di Maria Luisa Spaziani, Leandro Castellani e altri maestri della scrittura. M i sono sentito piccolo-piccolo, ma anche orgoglioso. Lì ho capito che avrei potuto fare della scrittura il mio lavoro. Negli anni ho pubblicato diversi racconti thriller in antologie con big come Andrea Pinketts, Pedro Casals, Andrea Carlo Cappi, Ben Pastor, Biagio Proietti e così via. Occasioni di crescita impagabili!
Nel 2008, poi, ho scoperto anche il self publishing e mi è subito piaciuto. All’epoca, in Italia non c’era nulla del genere. Così, ho pubblicato il mio primo romanzo con Lulu.com, servizio canadese. In quegli anni è iniziato tutto, mentre lavoravo come addetto stampa e giornalista di cronaca nera.
Mai avrei pensato che, in futuro, il self publishing mi avrebbe dato tante soddisfazioni e che avrebbe preso così tanto spazio, nell’editoria.
Un’altra svolta importante c’è stata nel 2010. Grazie alla Onlus Associazione Sindrome di Tourette – Siamo In Tanti, ho scoperto il nome di tutti quegli strani sintomi che mi portavo dietro sin dall’infanzia. Capire di avere la Tourette, trattarla con esercizi neuroeducativi e scoprire che mi stava regalando anche molti tratti distintivi e molte capacità, mi aprì un mondo! Così, dopo aver ritirato dal commercio il mio primo romanzo autopubblicato, “Casus belli” (perché lo ritenevo ormai immaturo), ho pubblicato “Lo scacciapensieri”, con il quale ho mostrato all’Italia la Sindrome di Tourette vista da un vero tourettico. Il tutto in salsa thriller, ovvio.
Infine, nel 2011 ho creato il mio sito personale (www.robertotartaglia.com), nello stesso anno il sito www.viverediscrittura.it, dedicato a chi vuole imparare come trasformare la passione per la scrittura in un vero lavoro, e nel 2017 il sito www.sereniefelici.it, che parla di mental coaching e di divulgazione scientifica in ambito salute.

Come si intitola il tuo libro che ha avuto più successo finora e cosa ti ha spinto a scriverlo?

Qualche anno fa avrei detto “Lo scacciapensieri”, il primo capitolo della Psychotrilogy. Ma ormai è stato ampiamente battuto da “Ops…”: un thriller per ragazzi dai 10-11 anni in su, che parla di Tourette, bullismo e inclusione delle diversità. Temi che sono sempre (purtroppo) di estrema attualità. Il romanzo sta avendo sempre più successo e diverse scuole hanno già deciso di adottarlo. È tra i bestseller Amazon di genere da sempre ed è entrato nella top 100 di Amazon. I complimenti di insegnanti, genitori e soprattutto ragazzi, però, restano la più grande soddisfazione.
Sono sempre stato considerato un “diverso”, proprio per i sintomi della Tourette (tic, disturbi ossessivo-compulsivi, ADHD…) e so cosa voglia dire. Grazie al mio carattere, sono riuscito a ritagliarmi il mio posto in società, talvolta sgomitando, ma non posso certo dire di esser stato solo troppo a lungo, o di non aver avuto amici e una gioventù piena di belle esperienze. Ma sono stato fortunato. E chi non ha il mio carattere? Chi non riesce a integrarsi perché ha la Tourette, è gay, è straniero, professa un’altra religione, è portatore di handicap o, più semplicemente, non è il modello di bellezza che ci vende la TV? Cosa deve fare?
Ecco perché, con “Ops…”, ho voluto trasferire ai miei giovani lettori un concetto che reputo molto importante: siamo tutti diversi ed è proprio questo a renderci tutti uguali.

È mai capitato anche a te di avere il blocco dello scrittore?

Sinceramente no e credo che sia merito di 2 fattori: la mia inguaribile curiosità per il mondo e la possibilità (grazie al self publishing e al web) di poter scrivere quando voglio, dove voglio e ciò che voglio. Spesso, sono proprio i limiti contrattuali e i tempi stretti di realizzazione imposti dagli editori a metterci in difficoltà. La creatività ha bisogno di libertà e pazienza. Anche per uno come me, che non ama annoiarsi, prendersi del tempo è fondamentale. In fondo, è comunque rimanere attivi…
A chi soffre di questo blocco, come dico anche nelle lezioni della mia Accademia del Self Publishing e della Scrittura Interdisciplinare, consiglio semplicemente di vivere e godersi ogni momento con la massima presenza e consapevolezza. Le idee arriveranno di sicuro. Nell’Accademia, poi, propongo diversi esercizi per sbloccarsi: dal prendere una foto e immaginarla come scena di partenza della storia, sino al giocare con il “E se fosse…”, immaginando situazioni assurde da cui partire. Il blocco si può superare, non è il demone che molti dipingono.

Qual è il rapporto con i tuoi lettori?

Di vicinanza emotiva, empatico al massimo. Mi piace dialogare con loro. Spesso mi mandano foto con i miei libri in mano, o complimenti, e io rispondo sempre personalmente a tutti. È una questione di rispetto e di ringraziamento per la fiducia che ripongono in me e nel mio lavoro. C’è affetto, anche se viviamo a chilometri di distanza e forse non ci incontreremo mai dal vivo. Ma questo è solo il punto di partenza: ci unisce qualcosa di più profondo.

Quale libro sta leggendo in questo momento e perché?

In questi mesi sto rileggendo i grandi classici, di ogni genere. Ho terminato “Dracula” e “1984” da poco. Ora mi getto su “Frankenstein” e poi su “Utopia”. Rileggere questi libri con gli occhi di un adulto ci può regalare delle riflessioni e degli insegnamenti che mai avremmo immaginato.
Io, poi, avendo studiato al liceo linguistico, ho letto molti di questi libri in lingua originale quando avevo dai 14 ai 18 anni. Ero troppo concentrato sull’apprendimento della lingua, sui voti e non ero ancora preparato ad assimilare le mille profonde sfaccettature di queste grandi opere.
Consiglio a tutti di farlo.
Ogni tanto apro la “Divina Commedia” e leggo qualche passaggio a caso. Il piacere di sentir danzare nella mia mente quelle parole, di poter godere della loro musicalità e della loro umanità è qualcosa di ineguagliabile. Solo dopo arriva il pensiero cosciente, la riflessione su ciò ho letto: è come una sorta di profonda meditazione.

Nuovi progetti per il futuro?

Ho appena terminato un libro di crescita personale. Sono un mental coach membro dell’International Coach Federation da diversi anni e da molti di più studio la mente umana con un approccio estremamente scientifico, non solo in ambito accademico. È una mia passione. Poi, per chi scrive e fa comunicazione, credo sia fondamentale conoscere i reali funzionamenti della mente umana. Questo libro, intitolato “90 giorni per vivere felice”, fa capo al sito www.sereniefelici.it cui ho accennato prima e vuole aiutare i lettori a vivere una vita più presente, felice, serena, accettando le naturali difficoltà e gli inevitabili problemi che tutti siamo portati ad affrontare. Si tratta di un libro-corso, con 90 semplici esercizi da eseguire, uno al giorno, per cambiare abitudini in modo strutturale. Lo pubblicherò entro la fine del 2022, sempre in self publishing. Fatto questo, mi metterò a capofitto su un nuovo thriller per ragazzi e su un thriller psicologico per adulti. Altrimenti mi annoio…

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