In questa intervista incontriamo lo scrittore Alessandro Casalini, ponendo alcune domande interessanti che ci consentono di conoscere meglio la sua proposta editoriale.
Ho 47 anni, sono sposato e ho due figli. Vivo a Cesenatico, a un passo dal mare. Ho una laurea in Ingegneria Elettronica e mi occupo di sviluppo software come freelance dal 2002. Scrivo da dieci anni, e ho pubblicato qualche romanzo con piccole case editrici NOEAP fino a quando, nel 2018, il mio romanzo “Fedeli al Vinile” è stato selezionato tra i dieci vincitori del concorso “Fai Viaggiare la tua Storia”. A ottobre dello stesso anno è stato pubblicato da Libro/Mania riscuotendo un discreto successo (superate le 10.000 copie) e, alla fine 2020, è stato dato alle stampe “Febbre da Vinile”, il secondo capitolo della storia.
Gestisco una pagina su Facebook con più di 100.000 follower dove, ogni giorno, pubblico un racconto breve ispirato da un’immagine.
Diciamo che ho un seguito, per quanto limitato, di lettori. Comunque in espansione.
A marzo 2022 è uscita la prima antologia che raccoglie 100 racconti scritti dal 2018 al 2021.
“Fedeli al Vinile”. E’ un romanzo incentrato sul mondo del Vinile visto dagli occhi di due negozianti di dischi che si ritrovano a dover fare i conti con l’esplosione della musica digitale e dello scambio selvaggio di brani in formato mp3.
Sono un grande appassionato di musica. A casa ho una bella collezione di vinili nata negli anni 50, grazie a mio babbo, un cultore della Soul Music. Collezione che continua a crescere grazie “all’acquisto compulsivo” di vinili che minaccia di farmi finire sul lastrico.
Da ragazzo ho suonato in varie band in qualità di chitarrista. La musica è davvero una componente importante della mia vita e, quando “ho deciso” di cimentarmi con la scrittura, sapevo di non poter non scrivere un romanzo che trattasse di questo mondo.
No. Non ho scadenze da rispettare, quindi ogni volta che qualcosa stuzzica la mia creatività, mi prendo un appunto.
Poi, con calma, rileggo questi spunti e, spesso, mi capita di cominciare a scrivere qualcosa.
Il blocco dello scrittore viene a chi DEVE scrivere, non a chi SCRIVE per il gusto di farlo.
Con una comunity composta da più di 100.000 persone piuttosto attive, devo ovviamente dedicare a “questa cosa” una parte importante del mio tempo.
Leggo i commenti e rispondo a tema ogni giorno. Inoltre, mi piace incontrare le persone che mi seguono durante le presentazioni che faccio in giro per l’Italia.
Sentivo di doverlo fare… si dice che un uomo, per essere tale, debba mettere al mondo un figlio, piantare un albero e, appunto, scrivere un libro.
Giuro che quest’anno pianterò un ulivo nel giardino di casa. Così avrò chiuso il cerchio.
Scrivo ogni giorno. Nel cassetto ci sono altri tre romanzi già terminati giunti, in alcuni casi, alla decima stesura, quindi piuttosto stabili dal punto di vista dell’editing.
Come progetto “utopistico” per il fututo, avrei quello di essere pubblicato da una grande casa editrice.
Da ragazzo sicuramente Il Ritratto di Dorian Gray di Wilde e IT di Stephen King.
In età adulta, Inifine Jest di David Foster Wallace e, più in generale, opere Postmoderne di autori quali De Lillo, Pinchon e Auster.
Donna Tartt – Il Piccolo Amico: non c’è un motivo in particolare. Leggo 50/60 libri all’anno. Un paio di anni fa la Tartt mi ha stregato con il Cardellino. Così, mi sono ripromesso di leggere anche gli altri suoi romanzi. “Dio di Illusioni” l’ho letto qualche mese fa, ora è il turno de “Il Piccolo Amico”.
Non saprei. Ci sono personaggi ai quali ci si affeziona perché sono tutto ciò che vorremmo essere e non siamo ma, allo stesso tempo, ce se sono altrettanti che sono così simili a noi che ci danno l’illusione di essere noi i protagonisti del romanzo. Se dovessi citarne uno su tutti, forse direi Guglielmo da Baskerville de Il Nome della Rosa. La sua saggezza mi ha sempre fatto molta invidia!
Il Covid non ha cambiato le mie abitudini di lettore/scrittore. Di fatto, occupandomi di sviluppo software, ho continuato la lavorare anche durante il lockdown.
Per Fedeli al Vinile, mi piacerebbe che avvenisse un piccolo miracolo, con il grande Federico Fellini di nuovo sulla Terra per qualche mese a dirigire l’adattamento del mio libro.
Insomma, tra romagnoli ci si intende sempre!
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